Artrosi anca
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Artrosi anca
Anatomia dell’anca:
L'articolazione dell'anca (o coxo-femorale) è una articolazione che unisce il femore all'osso dell'anca. L'osso dell'anca vi concorre con una cavitĂ articolare quasi emisferica, l’aceÂtabolo,e il femore con la testa femorale che rappresenta circa i 2/3 di una sfera piena di 4 o 5 cm di diametro. Le superfici articolari non sono perfettamente corrispondenti e quindi un cercine glenoideo, il labbro dell'acetabolo, provvede ad ampliare la superficie della cavitĂ e a renderla atta a contenere la testa del femore. I mezzi di unione sono rappresentati dalla capsula articolare cui si appongono tre legaÂmenti di rinforzo.
- La capsula articolare è un manicotto fibroso, inserito prossimalmente sul contorno dell'acetaÂbolo e distalmente sul collo del femore ed irrobustita da 3 legamenti (Ileo-femorale, Pubo-femorale , Ischio-femorale e Rotondo)..
Anatomia dell’anca
Le superfici articolari (testa del femore ed acetabolo) come in tutte le articolazioni sono rivestite dalla cartilagine che è quella struttura bianco lucente e liscia che serve allo scorrimento delle superfici articolari e protegge l’osso a livello articolare.
COSA E’ L’ARTROSI DELL’ANCA
Si tratta di una malattia degenerativa dell’articolazione dell’anca, caratterizzata da un progressivo danno della cartilagine fino a lasciare “scoperte” le superfici articolari, a cui si associa la formazione di osso esuberante (artrosi deformante).
Immagine di usura della cartilagine dell’anca
E’una patologia molto diffusa che, più frequentemente colpisce persone sopra i 50 anni (più spesso femmine).
In circa il 90% dei casi le cause di artrosi dell'anca non sono conosciute e si definisce artrosi primaria. Esistono dei fattori predisponenti di cui il più importante è rappresentato dall'età , altri sono l'obesità , la razza caucasica, il sesso femminile in età post menopausale e quello maschile in età anziana, le alterazioni metaboliche come il diabete o la gotta.
Nell'artrosi secondaria essa invece è determinata da cause note, come: la displasia-lussazione congenita dell’anca, traumi (fratture-lussazioni, osteocondrosi, epifisiolisi), infezioni, malattie infiammatorie croniche (come l'artrite reumatoide o psoriasica), metaboliche (come l'ocronosi o la condrocalcinosi) o meccaniche (conflitto femoro-acetabolarie, ipermobilità , deformità ).
Da un punto di vista anatomo patologico è il danno progressivo della cartilagine articolare che conduce alla degenerazione dell’articolazione. Al danno della cartilagine segue il rimaneggiamento dell'osso con deformità e formazione di osso esuberante (artrosi deformante), inoltre si determina retrazione delle strutture capsulo-legamentose
Anca normale Anca artrosica
Il danno progressivo della cartilagine, la deformazione articolare e la retrazione dei tessuti determina da un punto di vista clinico, dolore al movimento e rigiditĂ articolare con crescente disabilitĂ
Movimento normale Movimento limitato
L’artrosi dell’anca (coxartrosi) è caratterizzata da un dolore sordo in regione inguinale e/o glutea, che si aggrava con la stazione eretta prolungata o con lo sforzo, con il tempo tende ad estendersi venendo riferito anche alla coscia ed al ginocchio.
Radiografie delle anche
Anca normale Anca artrosica
Al dolore si accompagna la limitazione articolare che, nel tempo, tende a ridurre il movimento dell'anca rendendo difficoltose attività banali quali alzarsi da seggiole basse o infilarsi calze e scarpe. Anche la camminata con il tempo diventa meno fisiologica, obbligando a "scaricare" l'appoggio sull'anca malata mediante l’inclinazione del bacino e il sovraccarico della regione lombare .
In alcuni casi la fase iniziale dell’artrosi dell’anca è determinata da un quadro clinico che viene denominato “ Impingement o Conflitto femoro-acetabolare.
L’impingement, o conflitto, femoro acetabolare è l’esito di una serie di patologie congenite o acquisite dell’anca caratterizzata da un contatto abnorme tra le sue due componenti articolari dell’anca (acetabolo e la parte prossimale del femore). Si tratta di una patologia di recente definizione. L’impingement femoro acetabolare ha specifiche caratteristiche radiologiche e cliniche. Spesso, in passato, si pensava che l’attrito femoro accetabolare fosse causa di un processo artrosico. In reatà è l’impingement ad essere una delle cause più frequenti dell’artrosi dell’anca. L’importanza di questa scoperta risiede nella possibilità di cura. Oggi, se la diagnosi è precoce e l’articolazione non ancora compromessa è possibile migliorare la prognosi dei pazienti affetti da questa patologia. Se si pensa che la maggior parte dei pazienti affetti da impingement sono giovani attivi, si capisce come una conoscenza di questa patologia sia di estrema importanza al fine di attuare una diagnosi ed un trattamento precoce.
CLASSIFICAZIONE
Un conflitto “patologico” tra femore e acetabolo, durante il movimento articolare, può avvenire secondo tre meccanismi:
1. UN’ALTERAZIONE DEL RAPPORTO TESTA/COLLO a favore di quest’ultimo con presenza, in molti casi, di una “escrescenza ossea” anteriore del collo (CAM). Si tratta di un conflitto femoro acetabolare dovuto all’alterazione del rapporto testa/collo del femore in cui il collo, direttamente o tramite un eccesso osseo in sede anteriore o antero-laterale, entra precocemente in conflitto con la rima acetabolare anteriore durante la flessione dell’anca. Il termine “CAM”, traducibile in italiano “CAMMA”, è stato coniato per la somiglianza formale tra l’epifisi femorale patologica, in questo tipo di impingement, e le camme dell’albero motore . L’impingement tipo camma può essere “idiopatico” o acquisito da altre malattie come: il Morbo di Perthes, la necrosi avascolare con appiattimento della testa o da fratture del collo del femore ridotte in modo eccentrico. La forma idiopatica si mostra clinicamente più di frequente nei maschi, atleti, tra la seconda e terza decade di vita.
2. UNA RETROVERSIONE ACETABOLARE parziale o completa che comporta un conflitto della rima anteriore dell’acetabolo sul collo del femore. (PINCER) Si tratta di un conflitto femoro acetabolare dovuto ad un eccesso della parete acetabolare anteriore che entra precocemente in conflitto con il collo femorale. Il termine “PINCER” deriva dall’effetto “PINZA” dell’acetabolo sull’epifisi prossimale del femore. In questo caso si assiste ad una degenerazione del labbro acetabolare in primis e poi ad una sua degenerazione o ad una sua calcificazione che perpetra la patologia fino ad un coinvolgimento articolare con conseguente artrosi. L’effetto pinza può essere dovuto ad una retroversione acetabolare parziale, globale o ad una “coxa profunda” in cui la testa del femore è completamente coperta dall’acetabolo. L’impingement tipo pinza può essere congenito, dell’accrescimento o acquisito. In quest’ultimo caso può essere l’esito di una osteotomia periacetabolare o di una frattura. Più spesso si riscontra nelle donne.
3. UNA INSTABILITA’ ARTICOLARE e cioè una lassità tale da permettere un contatto esagerato (conflitto) tra collo e acetabolo normalmente attenuato dalle altre strutture periarticolari.
La terapia di questa patologia è prettamente chirurgica. Buoni risultati in un 80% dei casi si ottengono con il trattamento artroscopico se la diagnosi viene fatta precocemente. Il trattamento riabilitativo postoperatorio è composto in da una prima fase in scarico di circa 30 giorni mirata al recupero dell’articolarità seguita da una fase di rinforzo e rieducazione del passo.
Artroscopia dell’anca
TERAPIA DELL’ARTROSI DELL’ANCA
Il trattamento nelle forme primarie si avvale di consigli di carattere generale: la riduzione del peso corporeo, la riduzione dei carichi lavorativi (quando possibile), la ginnastica dolce, meglio se in assenza di carico (Cyclette o ginnastica in acqua), con lo scopo di mantenere l’elasticità e il tono muscolare per ridurre o ritardare la rigidità articolare.
Il trattamento medico si avvale generalmente di farmaci anti-infiammatori e di cure fisioterapiche.
L'utilizzo di "integratori" a base di glucosamina risultano utili e generalmente senza controindicazioni.Nei casi di artrosi iniziale risultano utili trattamenti a base di acido ialuronico ad alta densitĂ (infiltrazioni sotto guida ecografica o con raggi x).
Infiltrazione dell’anca eco-guidata
Nelle forme di artrosi avanzata, quando le altre terapie non riescono più a controllare il dolore, l’unico trattamento efficace è rappresentato dalla protesi d’anca. L’efficacia di questo intervento è oggi confermato dall’evidenza di numerosi studi condotti che testimoniano come questo intervento ripristini la cinematica fisiologica, togliendo il dolore e restituendo la mobilità . Interventi come l’artrodesi sono considerati sorpassati e gli interventi di osteotomia vengono riservati a casi selezionati di pazienti giovani. Gli interventi di artroscopia d’anca vengono generalmente utilizzati nei conflitti femoro-acetabolari o per trattare lesioni cartilaginee minori ma non nell’artrosi avanzata.
Radiografia di una grave artrosi dell’anca
Il trattamento chirurgico consiste nella sostituzione con protesi dell’articolazione artrosica.
Protesi d’anca
La protesi consiste di uno stelo che viene inserito nel femore,di una testina che va a sostituire la testa del femore e che può essere a seconda delle necessità di acciaio o di ceramica,di una coppa che va a sostituire la cavità aceta bolare e di un inserto inserito nella coppa e che a seconda delle necessità può essere di ceramica, metallo o polietilene.
Esistono oggi vari tipi di protesi che debbono essere impiegati in considerazione dell’età , del peso e della richiesta funzionale del paziente,la protesi oggi può essere quindi modulata in rapporto alle esigenze del paziente.
Modello di protesi dell’anca
Rx protesi di rivestimento Rx protesi bilaterale
Protesi a sinistra grave artrosi a destra Protesi a risparmio del collo del femore
Dopo l’intervento il paziente dovrà seguire delle strette regole comportamentali e riabilitative prima durante il periodo di ricovero e quindi al proprio domicilio.
Deambulazione in carico con due bastoni canadesi per 30-60 giorni
Con il solo bastone controlaterale all’anca per un ulteriore mese.
Il paziente deve ripetere piĂą volte al giorno esercizi di rinforzo muscolare appresi durante il periodo di degenza .
In posizione supina , con i piedi appoggiati sul letto, ad anche e ginocchia flesse, sollevare il bacino dal piano del letto, mantenere la posizione e tornare nella posizione iniziale.
Flettere l’anca operata, forzare la flessione ottenuta afferrando la coscia con le mani a ginocchio flesso. Da questa posizione flettere ed estendere il ginocchio.
In posizione laterale sul lato sano con un cuscino tra le ginocchia:
1 abdurre l’arto, mantenendo la posizione e ritornare alla posizione di partenza.
2 flettere l’anca ed estenderla. Nella flessione dell’anca flettere il ginocchio, nell’estensione estenderlo.
3 In posizione prona (steso sul letto sulla pancia)
Estendere l’anca a ginocchio flesso e a ginocchio esteso.
4 In posizione seduta flettere ed estendere alternativamente le ginocchia
IN PIEDI:
1 flettere ed estendere l’anca operata;
nella flessione flettere il ginocchio, nell’estensione estenderlo.
2 Abdurre l’anca operata, mantenere la posizione e tornare alla posizione iniziale.
Oltre che camminare diverse volte al giorno senza affaticarsi, quando è possibile il paziente può praticare nuoto ed esercitarsi con la cyclette inizialmente alzando la sella in modo da compiere agevolmente l’intero giro del pedale nonostante la limitazione funzionale dell’anca operata; nei giorni successivi, si abbassa la sella di 1 cm al giorno.
Quando la sella sarà abbassata del tutto, si potrà ulteriormente migliorare la flessione dell’anca aggiungendo uno o più spessori di sughero da 1 cm al pedale dell’arto operato.
Gli esercizi alla cyclette verranno eseguiti 3-4 volte al giorno per una durata di 30 minuti circa.